Criptovaluta Petro, il Venezuela lancia la sfida agli Stati Uniti

Criptovalute ancora di salvezza in Venezuela, snobbato anche il dollaro
Criptovalute ancora di salvezza in Venezuela, snobbato anche il dollaro

Contro le sanzioni imposte dagli Stati Uniti a carico del Venezuela, il Presidente Nicolás Maduro ha ufficialmente lanciato la sfida anti-imperialista con Petro che è la prima criptomoneta di Stato il cui valore è pari ad 1 barile di greggio.

Dietro la criptomoneta Petro c’è anche la Russia di Vladimir Putin?

Per tutta risposta il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump contro Petro ha subito emesso un ordine esecutivo che vieta alle imprese americane di negoziare la criptomoneta, altrimenti saranno considerate violate le restrizioni imposte alla Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Secondo quanto rivelato dal Times con un’inchiesta, dietro Petro, la cui vendita è partita martedì scorso, 20 marzo del 2018, ci sarebbe Mosca nell’ambito di una sorta di joint venture con Caracas tenuta però rigorosamente nascosta. E questo anche perché a sua volta la Russia sarebbe interessata a coniare la propria criptovaluta di Stato.

Due consiglieri russi erano presenti alla cerimonia per il lancio del Petro

D’altronde proprio il Times fa presente che, nel giorno della cerimonia del lancio della criptovaluta Petro, erano presenti due consiglieri russi che avrebbero legami con miliardari vicini al Cremlino e con banche del Paese di Putin.

A differenza delle altre criptovalute, che non hanno un’attività finanziaria sottostante, ogni petro-token viene garantito da Caracas con un barile di oro nero. E per questo Maduro dalla vendita della criptomoneta di Stato mira a rastrellare fino a 6 miliardi di dollari in barba alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. In base al successo o meno di Petro, come sopra accennato, la Russia potrebbe poi a sua volta lanciare il ‘cripto-rublo’.