Cannabis, arriva l’ok in Italia per la vendita legale

Cannabis, arriva la concessione della vendita legale in Italia: il Ministero delle politiche agricole ha dato il suo ok al commercio senza autorizzazione. Nella concessione del Ministero, è stata accolta anche la proposta della vendita di Marijuana Light, ossia a basso contenuto di THC.

Cannabis legale, ecco i limiti

Questo è comunque un provvedimento importante atto a chiarire i possibili usi della canapa che si coltiva, al fine di agevolare pure l’attività di controllo e repressione da parte degli organi preposti. Possono dunque esultare i produttori, come Canapa Republic perché sta per cominciare un’era del tutto nuova in Italia.

Per quel che concerne l’insieme delle restrizioni, i limiti di THC restano gli stessi, almeno il documento del Ministero parla chiaro. Esso infatti ribadisce i parametri che vanno rispettati per la coltivazione di canapa sativa con inerenza ai valori di THC, il delta-9-tetraidrocannabinolo, uno dei due principi attivi della pianta. L’altro è il CBD, cannabidiolo, il cannabinoide che si trova con più facilità in natura. A differenza del THC, il CBD non pare sia psicoattivo, e non provoca danni sul sistema nervoso centrale. Anzi spesso il suo i ilizzo coinvolge l’aspetto medico, per la cura di malattie come il cancro, stando pure agli studi scientifici come quelli del California Pacific Medical Center Research Insitute e dell’Università di Rostock (ne abbiamo parlato qui).

La cannabis legale, per essere coltivata, deve rientrare in un valore massimo di 0,2% di THC nella canapa greggia. Non sono state però stabilite delle conseguenze legali per l’agricoltore se il contenuto totale di THC della sua canapa coltivata resta almeno nello 0,6%. Se invece dovesse essere superato quest’ultimo valore, l’autorità giudiziaria può procedere al sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa.

Cannabis legale: la legge cosa dice sulle infiorescenze?

La grande novità del provvedimento ministeriale concerne però alcune precisazioni sull’infiorescenza della cannabis legale. Il Ministero ha infatti scritto  nel documento “la normativa della coltivazione nell’ambito del settore florovivaistico”. Anzi, la precisazione, arriva in sei punti, aggiornando la normativa sulle infiorescenze:

  • La riproduzione di piante di canapa si attiva solo da seme certificato;
  • La riproduzione per via agamica di materiale utile alla produzione per successiva commercializzazione di prodotti derivati non è prevista;
  • Il vivaista ha il dovere di conservare il cartellino della semente certificata, con accompagnata documentazione di acquisto, per almeno 12 mesi;
  • La vendita delle piante a scopo decorativo è possibile senza autorizzazione;
  • Gli articoli 19 e 20 del decreto legislativo 214/2005 regolano l’attività da vivaio;
  • La legge 242/2016 non rimarca le importazioni a fini commerciali di piante di canapa. Queste devono rispettare la normativa UE e italiana in materia.

Tuttavia la circolare si chiude con un passo molto importante secondo cui “Con specifico riguardo alle infiorescenze della canapa, si precisa che queste, pur non essendo citate espressamente dalla legge n. 242 del 2016 né tra le finalità della coltura né tra i suoi possibili usi, rientrano nell’ambito delle coltivazioni destinate al florovivaismo, purché tali prodotti derivino da una delle varietà ammesse, iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, il cui contenuto complessivo di THC della coltivazione non superi i livelli stabiliti dalla normativa, e sempre che il prodotto non contenga sostanze dichiarate dannose per la salute dalle Istituzioni competenti”.