Banche italiane, una dozzina finisce sotto la lente di Moody’s

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Le recenti turbolenze in Italia sul mercato azionario, e soprattutto su quello dei titoli di Stato italiani, potrebbero essere pagate a caro prezzo dal nostro Paese, ed in particolare dai primari istituti di credito.

Stallo politico mette a rischio rating sovrano dell’Italia

Lo stallo politico, dopo le elezioni del 4 marzo del 2018, rischia infatti di far allontanare l’Italia dalla strada delle riforme, e come diretta conseguenza le agenzie di rating stanno monitorando la situazione.

Tra queste, in accordo con quanto è stato riportato dall’Agenzia di Stampa Ansa.it, c’è Moody’s che, in ragione dei rischi di una revisione del rating sovrano dell’Italia, ha messo sotto osservazione, con possibile downgrade, ben 12 tra banche italiane, o operanti in Italia, ed importanti società ad azionariato pubblico.

In 12 sotto la lente di Moody’s, c’è anche il colosso UniCredit

Trattasi, nello specifico, di Cassa Centrale Raiffeisen, UniCredit, Banca del Mezzogiorno, Intesa Sanpaolo, Invitalia, Mediobanca, Banca Imi, Cariparma, Fca Bank, Cdp, Credito Emiliano e Bnl.

Intanto nella giornata di ieri, mercoledì 30 maggio del 2018, il Tesoro ha piazzato nuovi titoli di Stato sul mercato. Con lo spread in area 250 punti base rispetto al Bund, sulla curva di rendimento a dieci anni, il MEF ha infatti tenuto l’asta dei Btp a cinque ed a dieci anni, unitamente a quella dei CCteu a sette anni in accordo con quanto è stato riportato da Repubblica.it.

Per tutte e tre le emissioni, inesorabilmente, i rendimenti sono schizzati in alto rispetto alla precedente asta sulle medesime scadenze. In particolare, il rendimento medio del Btp decennale è balzato al 3%, quello del Ccteu settennale è salito al 2%, mentre il rendimento del Btp con la scadenza a cinque anni, rispetto allo 0,56% del collocamento precedente, è balzato al 2,32%.