Tasse, le lusinghe del governo verso i ricchi che vengono a risiedere in Italia: ecco i benefici fiscali

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Impatriati e ricchi capitalisti potranno avere agevolazioni nel pagamento delle tasse, al fine di incrementare i consumi.

Le tasse sulla ricchezza viaggeranno a doppio binario negli anni a venire. E’ questo che, di fatto, ha sentenziato una circolare dell’Agenzia delle Entrate che recepisce quanto disposto dal governo al fine di attrarre nel nostro paese nuovo capitale, riportando in Italia risorse umane importanti che hanno lasciato il paese a causa delle tasse copiose.

Benefici che riguarderanno i cosidetti ‘impatriati’ cioè tutti quei lavoratori, manager e professionisti che torneranno a risiedere nel nostro paese e che si vedranno decurtato del 50% l’imponibile tassabile. In poche parole, verrà tassata solo la metà del reddito prodotto, purchè tornino a riacquisire la residenza fiscale nel nostro paese.

Il beneficio del regime fiscale esentasse durerà per un quinquennio. Per docenti e ricercatori il reddito maturato verrà conteggiato ai fini fiscali solo per il 10% per quattro anni, mentre per i cosiddetti contro-esodati (cioè coloro che sono tornati nel nostro paese entro il 2015) ci sarà la possibilità di optare per un reddito imponibile al 20% (se donna) e del 30% per gli uomini.

I Paperon dè Paperoni con alti redditi che decidono di trasferire la propria residenza nel nostro paese, potranno limitarsi a pagare solo una tassa forfettaria pari a 100 mila euro annui per 15 anni. Un beneficio non mirato ad attrarre i loro patrimoni ma a far si che le persone abbienti possano spendere nel nostro paese contribuendo alla crescita del Pil e all’aumento dell’inflazione, ora stagnante. Un trattamento che creerà inevitabilmente malumori e disparità tra coloro che si trasferiscono in Italia ma non creeranno ricchezza e gli imprenditori italiani costretti a dover patire il salasso di una pressione fiscale che ha raggiunto ormai livelli insostenibili.

Un incremento di consumi da parte dei ricchi stranieri potrebbe essere il frutto di una nuova politica dello sfruttamento delle risorse turistiche. Valorizzare i patrimoni Unesco del Sud Italia potrebbe essere una buona base di partenza per risollevare le sorti del meridione. Basta evidenziare il dato secondo il quale solo il 13% dei turisti che approda nel nostro paese ‘scende’ al di sotto della capitale, ignorando che il nostro paese può offrire un mercato turistico straordinario con gli scavi di Pompei, la Reggia di Caserta, il Golfo di Napoli e le coste della Sicilia. Risorse preziose che le istituzioni continuano ad ignorare.