Studi di settore, addio senza alcun rimpianto secondo la Cgia di Mestre

Studi di settore, addio senza alcun rimpianto secondo la Cgia di Mestre
Studi di settore, addio senza alcun rimpianto secondo la Cgia di Mestre

L’addio agli studi di settore, che lasceranno il posto alle nuove ‘pagelle’ fiscali, rappresentate dagli indicatori di affidabilità economica, è ormai imminente. Trattasi, in accordo con quanto riferisce l’Associazione degli artigiani della Cgia di Mestre, di un addio agli studi di settore che è senza alcun rimpianto. Non a caso Paolo Zabeo, che è il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, ha dichiarato sugli studi di settore, senza mezzi termini, che ‘per molti lavoratori sarà la fine di un incubo’.

I tecnici ministeriali, a conclusione della pausa estiva, si sono infatti rimessi al lavoro proprio per chiudere la partita con gli studi di settore così come indicato e previsto nella manovra correttiva che il Governo italiano ha approvato nella scorsa primavera. Nel dettaglio, entro la fine del corrente mese di settembre del 2017 saranno 37 gli indicatori di affidabilità economica presentati alle categorie, dei quali 14 già varati e 23 in corso di approvazione. Inoltre, entro la fine del 2017 gli indicatori di affidabilità economica saliranno a quota 70.

Il giudizio sui nuovi indicatori, rispetto agli studi di settore, rimane comunque in sospeso da parte della Cgia di Mestre. Secondo l’Associazione, infatti, questi dovranno permettere una riduzione del carico fiscale sulle imprese ed una maggiore semplificazione nel rapporto con il Fisco, altrimenti, ha aggiunto il coordinatore Paolo Zabeo, ‘questa novità servirà a poco’. Per sancire il successo dei nuovi indicatori, e per non incappare nelle criticità del passato rilevate con gli studi di settore, la Cgia di Mestre ritiene importante che nella fase di passaggio e di transizione vengano coinvolte le Associazioni di categoria delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi.