In linea con quanto già avviene in Italia per i prodotti lattiero caseari, l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta, a partire dal mese di febbraio del 2018, scatterà pure per il grano, per la pasta e per il riso nell’ambito di una sperimentazione che durerà due anni, e che è stata voluta dal Ministero delle Politiche Agricole e dal MiSE, il Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di tutelare le produzioni agroalimentari made in Italy.
In accordo con quanto è stato dichiarato dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, i due decreti interministeriali, finalizzati all’introduzione dell’obbligo di indicazione dell’origine del riso e del grano per la pasta in etichetta, sono stati già firmati e pubblicati in Gazzetta Ufficiale, il che significa che dalla metà del prossimo mese di febbraio le informazioni per i consumatori al momento dell’acquisto del prodotto saranno più chiare e più trasparenti. In questo modo, dalla pubblicazione in Gazzetta all’entrata in vigore del provvedimento, le aziende avranno 180 giorni di tempo per adeguarsi ed anche per smaltire i prodotti in commercio con le vecchie etichette.
La misura del Governo italiano è stata accolta con un plauso dalla Coldiretti visto che, ad esempio per il riso, la produzione annua nazionale basterebbe per coprire i consumi interni. Ed invece si punta sul prodotto importato che è low cost e che, senza un adeguato sistema di etichettatura, può essere facilmente spacciato come riso made in Italy. Dal prossimo mese di febbraio 2018, invece, le produzioni italiane di riso di qualità saranno maggiormente tutelate e potranno garantire ai produttori una remunerazione più dignitosa.
Al riguardo l’Organizzazione degli agricoltori ricorda che l’Italia, su un’area vasta ben 237 mila ettari coltivati, è il primo produttore di riso nel Vecchio Continente. La produzione, pari a ben 1,58 miliardi di chili di riso annui, è a cura di 4263 aziende.
