Titoli di Stato, rischio fuga dai Btp con stretta Bce sui tassi

Banca centrale europea rimuove easing bias, tassi ancora fermi a lungo
Banca centrale europea rimuove easing bias, tassi ancora fermi a lungo

Da parecchi mesi ormai Mario Draghi, che è il Presidente della Banca centrale europea (Bce), ha ribadito come nel Vecchio Continente la crescita economica si stia rafforzando in maniera graduale. Nello stesso tempo la Banca centrale europea nei mesi scorsi ha prolungato il piano di quantitative easing che, pur tuttavia, nel 2018 potrebbe concludersi in vista poi di una stretta monetaria, ovverosia di un aumento dei tassi di interesse.

In accordo con quanto è stato riportato da IlGiornale.it, con la fine del QE della Banca centrale europea potrebbe esserci una vera e propria fuga dai titoli di Stato italiani, ed in particolare da quelli a medio ed a lungo termine, proprio in vista dell’aumento dei tassi di interesse. In merito le banche italiane si stanno già muovendo in largo anticipo attraverso un progressivo alleggerimento dei Btp in portafoglio. Basti pensare al riguardo che solo negli ultimi due mesi la posizione in titoli di Stato da parte del sistema bancario italiano si è ridotta del 7%.

La perdita di valore dei Btp sul mercato, infatti, potrebbe creare nuovi buchi nei bilanci delle banche che, dopo l’ultima pesante crisi, quella del Gruppo bancario MPS che è stato ricapitalizzato con il via libera dell’Unione europea e con l’intervento dello Stato Italiano, devono ora per forza voltare pagina.

L’alleggerimento dei Btp nei portafogli delle banche, unitamente alla fine del QE, potrebbe portare ad un allargamento dello spread dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi. L’allargamento del differenziale, che potrebbe esserci nel 2018, potrebbe essere tra l’altro alimentato dalle incertezze di natura istituzionale in vista delle Elezioni Politiche del 2018 quando peraltro, al momento, non si sa proprio con quale legge elettorale gli italiani andranno al voto.