Tasse locazioni brevi, pronto codice tributo per ritenuta sui corrispettivi

Tasse locazioni brevi, pronto codice tributo per ritenuta sui corrispettivi
Tasse locazioni brevi, pronto codice tributo per ritenuta sui corrispettivi

Con una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, la numero 88/E di oggi, mercoledì 5 luglio del 2017, è pronto il codice tributo per la cosiddetta tassa Airbnb, ovverosia per la ritenuta al 21% sui corrispettivi che sono legati ai canoni di locazione brevi, quelli con una durata di affitto che è non superiore ai 30 giorni.

Ne dà notizia FiscoOggi.it, il Quotidiano telematico dell’Agenzia delle Entrate, nel precisare in particolare che il codice tributo è ‘1919’, e che questo va utilizzato per il versamento della ritenuta dagli intermediari e dai gestori di portali telematici che fungono da mediatori tra coloro che dispongono di unità immobiliari da locare, e le persone che invece sono in cerca di un immobile da affittare.

La tassa che viene applicata a titolo di ritenuta fiscale deve essere poi versata all’Erario, utilizzando il codice tributo sopra indicato, con il modello di pagamento unificato F24. L’Agenzia delle Entrate, inoltre, fa presente che, se viene versato più del dovuto, le somme in eccedenza si potranno poi recuperare attraverso la compensazione utilizzando il codice tributo ‘1628’ per i pagamenti nello stesso anno, ed il codice tributo ‘6782’ per la compensazione per versamenti dell’anno seguente.

La cosiddetta tassa Airbnb, noto sito per chi cerca un alloggio o una camera per brevi periodi, non è altro che la classica cedolare secca sugli affitti che ora viene applicata pure sugli affitti brevi come misura di contrasto alle locazioni in nero, ed anche per evitare distorsioni di mercato a sfavore di strutture ricettive ‘off-line’, ovverosia degli hotel e degli alberghi. La tassa Airbnb, aspettando gli effetti reali della nuova misura, è stata infatti introdotta come soluzione di equità fiscale tra le attività ‘alberghiere’ online e quelle offline. D’altronde non solo le società che affittano le camere attraverso i portali online tipo ‘Airbnb’, ma anche i privati saranno chiamati ad applicare la cedolare secca al 21%.