Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori annulla sbarco a Piazza Affari, passa agli americani

Italo - Nuovo Trasporto Viaggiatori annulla sbarco a Piazza Affari, passa agli americani
Italo - Nuovo Trasporto Viaggiatori annulla sbarco a Piazza Affari, passa agli americani

Niente IPO per la società Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori S.p.A. che finisce nelle mani degli americani. I Soci, infatti, hanno accettato l’offerta che è stata presentata da Global Infrastructure Partners III funds, ragion per cui il consiglio di amministrazione dell’azienda ha deliberato per ritirare la domanda finalizzata all’Initial Public Offering (IPO) ed al conseguente sbarco in Borsa a Piazza Affari.

Perché Global Infrastructure Partners punta su Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori?

Ma come mai Global Infrastructure Partners III funds, che è il più grande fondo infrastrutturale del mondo, ha deciso di investire in Italia, ed in particolare sui servizi di trasporto ferroviario privati di Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori?

Ebbene, in accordo con quanto è stato riportato dal Corriere.it, sulla tratta Roma-Milano il treno per spostarsi sta diventando sempre di più il mezzo preferito, da parte dei viaggiatori, rispetto all’auto privata ed all’aereo.

Offerta Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori con un premio di controllo del 25%

Anche per questo, con un’offerta d’acquisto che sfiora i 2 miliardi di euro, 1,98 miliardi di euro per la precisione, Global Infrastructure Partners avrebbe riconosciuto un premio di controllo pari al 25% circa rispetto a quella che con l’IPO sarebbe stata la valutazione e la capitalizzazione della società sul mercato.

Le valutazioni delle banche d’affari per Italo, infatti, a quanto pare oscillavano dai 1,3 a 1,7 miliardi di euro, ragion per cui andando a collocare il 40% delle quote sul mercato i proventi sarebbero ammontati a massimi 680 milioni di euro circa.

Accettando l’offerta degli americani, invece, le quote degli azionisti, a partire da quelli di controllo, vengono cedute a premio. Con la conseguenza che, in nome del mercato, la difesa dell’italianità è durata poco di fronte al corposo assegno del fondo infrastrutturale.