Investire nel Mezzogiorno, le novità per fare impresa con il decreto Sud

Disoccupazione e Pil, economia italiana a rischio stagnazione
Disoccupazione e Pil, economia italiana a rischio stagnazione

Con il Dl 91/2017, che è noto anche come decreto Sud, scattano novità importanti per quel che riguarda gli investimenti nelle Regioni del Mezzogiorno con particolare riferimento all’incremento delle attività imprenditoriali. In merito FiscoOggi, il Quotidiano telematico dell’Agenzia delle Entrate, fa presente che le novità spaziano dalle nuove opportunità con l’introduzione delle cosiddette Zes, le Zone economiche speciali, alla proroga di un mese per l’iperammortamento, e passando per l’ampliamento del credito d’imposta che è stato introdotto dalla legge di stabilità del 2016.

In particolare, attraverso le Zone economiche speciali le nuove imprese e quelle già operanti possono beneficiare non solo di semplificazioni di tipo amministrativo, a patto di incrementare gli investimenti, oppure di intraprendere programmi imprenditoriali, ma anche del ‘bonus Sud’ maggiorato rispetto a quello previsto nella ‘Finanziaria’ del 2016, ovverosia nella Legge di Stabilità. Il bonus Sud, ricorda l’Agenzia delle Entrate, è rappresentato da un credito di imposta che, nel rispetto dei requisiti di accesso previsti, scatta con l’acquisto di beni strumentali nuovi che sono destinati a strutture produttive del Mezzogiorno.

Fermo restando che sono escluse dal bonus Sud, compreso quello maggiorato, le aziende che sono in scioglimento o in stato di liquidazione, l’agevolazione per le Zes è fruibile da parte delle imprese per investimenti in beni strumentali entro la data 31 dicembre del 2020 e comunque per un massimo in controvalore di 50 milioni di euro per quel che riguarda il progetto di investimento. Pena la decadenza dell’agevolazione, inoltre, le imprese beneficiarie del credito di imposta maggiorato dovranno operare sul territorio per i cinque anni successivi rispetto alla data di completamento del progetto di investimento.