Giochi Monopoli di Stato, pronta bozza governativa per riordino del settore

Manovra 2018, stretta sui giochi con il registro degli esercenti e dei distributori
Manovra 2018, stretta sui giochi con il registro degli esercenti e dei distributori

E’ pronta, da parte del Governo, una bozza legislativa finalizzata a riordinare nel nostro Paese il settore dei giochi. Ne dà notizia il Codacons che, pur tuttavia, ha seccamente bocciato con una nota la bozza in quanto questa presenta poche luci e molte ombre. L’Associazione dei Consumatori e degli Utenti, inoltre, denuncia come a quanto pare la bozza governativa sia stata sostanzialmente redatta in gran segreto in quanto non sarebbero state coinvolte le Associazioni che fanno parte dell’Osservatorio contro il gioco d’azzardo.

Stando al contenuto della bozza di riordino per il settore dei giochi, il Codacons contesta in particolare la decisione di andare sostanzialmente a privare di poteri i Comuni al fine di poter intervenire. Le Amministrazioni locali, sempre in base al testo, potranno infatti intervenire sui giochi solo in caso di emergenza e comunque solo dopo aver raggiunto un’intesa con i Monopoli di Stato. Inoltre, spiega altresì il Presidente del Codacons Carlo Rienzi, non è chiaro come andare a definire le situazioni normali da quelle che, invece, con carattere di emergenza e di eventuale pericolosità, possono permettere ai Comuni di mettere a punto un intervento.

Il Codacons contesta pure un altro aspetto della bozza di riordino del settore dei giochi, quello riguardante la distanza minima di 150 metri delle sale da scuole, luoghi di culto e SerT. Tale limite, per esempio, non è sufficiente in grandi città come Roma anche perché il divieto di presenza di sale giochi nel raggio di 150 metri andrà applicato solo alle sale di nuova creazione. In più, si vanno ad escludere dal divieto pure altri luoghi sensibili come gli ospedali ed i centri per anziani. Di conseguenza, secondo il Presidente Carlo Rienzi con il testo attuale redatto per il riordino dei giochi si rischia di continuare a dare ancora ‘troppa libertà alla lobby dei giochi’.