Economia agricola italiana: margini di profitto 2016 in calo, produzioni olivicole in picchiata

Finanziamenti imprenditoria agricola, raddoppiati i fondi per i giovani under 40
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Per l’economia agricola italiana il 2016 non è stato un grande anno. In accordo con quanto reso noto dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), infatti, l’anno scorso il valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca ha fatto registrare una contrazione pari allo 0,7% in volume, ed un calo secco del 5,4% a prezzi correnti. A pesare sul calo in volume, in particolare, è stato l’andamento delle produzioni olivicole che nel nostro Paese nel 2016 hanno fatto registrare un crollo del 44,7%. Anche dal lato dei prezzi l’economia agricola italiana nel 2016 ha segnato il passo con la conseguenza che si sono ridotti i margini di profitto. Nel dettaglio, l’anno scorso i prezzi dei prodotti acquistati hanno fatto registrare anno su anno una contrazione dell’1,5%, mentre per i prezzi dei prodotti agricoli venduti c’è stato un calo secco pari al 3,4%.

Su valori percentuali leggermente positivi si è comunque attestato nel 2016 il valore aggiunto del comparto agroalimentare, che comprende l’industria alimentare ed il settore agricolo, con un aumento anno su anno in volume che, rileva altresì l’Istat, è stato dello 0,1% rispetto al +0,4% di crescita rilevato invece in termini di valori correnti. Più confortanti per l’economia agricola italiana sono invece i dati a livello occupazionale visto che nel 2016 c’è stato un aumento delle unità di lavoro pari allo 0,9% per effetto del +0,3% di crescita per le unità di lavoro indipendenti, e +2,3% per quelle dipendenti. Bene anche l’industria alimentare con un aumento delle unità di lavoro nel 2016, rispetto all’anno precedente, pari allo 0,5%.

Luce verde pure per gli investimenti nel settore agricolo che nel 2016 aumentano del 3,1% registrando così un’inversione rispetto al calo degli ultimi anni, così come la produzione in agricoltura, silvicoltura e pesca nel 2016 è cresciuta su base territoriale del 3,4% in volume nel Nord-est, e dell’1,4% nel Nord-ovest del nostro Paese. Segno meno invece per il Centro Italia (-1,3%), ed ancor di più per il Sud (-4,6%) e per le Isole (-3,2%).