Ecco i motivi per i quali l’Agenzia delle Entrate sta addebitando il canone Rai in bolletta anche a chi ha chiesto l’esonero.
Anche coloro che hanno chiesto l’esonero dal Canone Rai in bolletta si stanno vedendo addebitare l’odiato balzello nella fatturazione elettrica. Un equivoco che nasce dal fatto che molti italiani hanno presentato la richiesta di esonero dopo il 20 dicembre (avevano tempo fino al 31 dicembre 2016) non consentendo all’Agenzia delle Entrate di elaborare la richiesta in tempo utile. Lo stesso ente aveva infatti invitato i contribuenti a non presentare richiesta di esonero dopo il 20 dicembre per evitare questo spiacevole equivoco che puntualmente si è materializzato. Insomma, un classico pasticcio all’italiana cagionato dalla burocrazia lenta.
La legge prevede l’esenzione solo per casi ben determinati. Il canone è dovuto una sola volta anche se la famiglia ha più apparecchi televisivi appartenenti a diversi soggetti della famiglia. Un meccanismo, quello della richiesta di esonero dal Canone Rai in bolletta che l’Unione dei Consumatori ha criticato aspramente ritenendolo un meccanismo troppo burocratico e di difficile comprensione che fa cadere spesso in errore il contribuente.
Secondo la normativa, la famiglia che non ha la TV deve comunicarlo ogni anno per tutta la vita. Inoltre sono necessarie due dichiarazioni, una per certificare il non possesso TV e l’altra per ottenere il rimborso, con spese a carico dello stesso contribuente. Un paradosso davvero incredibile.
E’ possibile ottenere il rimborso del Canone Rai in bolletta pagando solo l’importo che riguarda il consumo di energia elettrica, indicando opportunamente il motivo in causale. Successivamente occorre inviare la classica raccomandata con ricevuta di ritorno all’Agenzia delle Entrate contenente copia della richiesta di esonero inviata. Chi paga la bolletta con domiciliazione bancaria può richiedere il rimborso per via telematica o con raccomandata.
