Trading online: l’aspetto psicologico pesa più di qualunque altro

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Quando si decide di investire, in molti sono convinti che l’elemento preponderante nella scelta dell’asset dipende essenzialmente dal rendimento che lo stesso è in grado di offrire. Questa affermazione, però, era forse vera anni fa, quando, al di là della Borsa, i risparmiatori erano soliti investire in titoli obbligazionari che offrivano cedole particolarmente interessanti.

Uno scenario, però, non più attuale da almeno due decenni, che ha spinto i risparmiatori a guardare il loro sguardo altrove, alla ricerca di quella certezza di guadagno che è svanita col passare del tempo. Gli elementi da valutare, oggi, sono molteplici e non si possono ridurre al solo profitto, reale o potenziale che sia, di un determinato titolo o asset finanziario.

Investire: il rendimento non dev’essere l’unico aspetto da tenere in considerazione

Nella scelta di un investimento, infatti, sono svariati gli aspetti da valutare. Uno, ad esempio, riguarda l’orizzonte temporale, che varia, sensibilmente, in base alla tipologia di investimento alla quale approcciare. Un fondo monetario, pur essendo oggi sconsigliabile a causa dei rendimenti negativi, consentirà un approccio ad un orizzonte temporale indubbiamente più breve rispetto ad un titolo o fondo azionario.

In quest’ultimo caso, infatti, l’investitore deve essere disposto ad accettare, data l’estrema volatilità del mondo dell’equity, che ci possono essere oscillazioni significative anche nel breve periodo, che implicano, di conseguenza, un recupero del prezzo d’acquisto in un lungo periodo. L’azionario, poi, è estremamente utile per parlare di un altro concetto di rilevante importanza in ambito finanziario: il rischio.

Questo fattore è diventato ormai noto a tutti, complici i numerosi scandali finanziari susseguitesi nel corso degli ultimi tre decenni in tutto il mondo. Ed anche il nostro paese, da Alitalia, passando da Parmalat e Cirio, arrivando al recente crack delle banche venete, ne ha dovuti subire parecchi. Oggi, di conseguenza, tutti i risparmiatori sono consapevoli che qualunque tipologia di investimento incorpora, seppur a gradi diversi, un rischio.

Gli inesistenti rendimenti offerti nel mondo del “free-risk”, hanno spinto buona parte dei risparmiatori ad approcciare a mercati più volatili, che se da un lato risultano più rischiosi e altrettanto vero che sono in grado di offrire dei rendimenti molto interessanti. Investire attualmente, di conseguenza, richiede un approccio diversificato agli asset da detenere in portafoglio, in modo da contenere, il più possibile, il rischio.

L’importanza dell’aspetto psicologico in ambito finanziario

Tutti questi aspetti fanno ben capire come, ai giorni d’oggi, un aspetto sia predominante quando si effettua un investimento: quello psicologico. Un soggetto che non accetta alcun rischio, neppure il più basso, è ormai da diversi anni fermo, coi soldi lasciati nel conto corrente ed erosi dall’inflazione, dalle imposte e dalla mancata remunerazione. Pur non entrando nelle valutazioni delle scelte individuali, questa opzione non pare, comunque, la migliore.

Di tenore opposto, invece, sono quei risparmiatori che cercano di cavalcare l’onda dei mercati, per cogliere le migliori opportunità. Anche in fasi complicate come quelle che viviamo attualmente, contraddistinte dalla crisi sanitaria che si è riflettuta anche in ambito economico e finanziario, i mercati finanziari possono fornire delle interessanti opportunità, se non altro per i prezzi particolarmente appetibili di alcuni titoli finanziari.

D’altro canto, la componente psicologica del trading, ovvero effettuare operazioni di compravendita con una certa frequenza come avviene per coloro che investono tramite le piattaforme online, è di rilevante importanza. Ed ogni soggetto fa storia a sé, in virtù non solo alle proprie attitudini in ambito finanziario, ma anche, se non soprattutto, in base ai propri tratti caratteriali e personali.

Un errore, tuttavia, risulta abbastanza frequente. Quando il mercato continua a salire, anche i risparmiatori più restii ad investire in asset rischiosi decidono di “entrare”, mentre dopo una fase di forte discesa, nonostante i prezzi più convenienti, si tende ad evitare di collocare i propri risparmi. Pur non rappresentando una regola aurea, in quanto ogni crisi ed ogni contesto fanno storia a sé, sarebbe opportuno adottare un comportamento inverso.