Tassa rifiuti 2017 cresce in Italia del 2%, famiglie virtuose su riciclo e riuso

Tasse locali 2019, rischio aumento con rimozione blocco delle aliquote
Tasse locali 2019, rischio aumento con rimozione blocco delle aliquote

Rispetto al passato l’attenzione delle famiglie italiane, nei confronti della raccolta differenziata, è in netto aumento in quanto il 91% la fa abitualmente. A metterlo in evidenza è stata la Federconsumatori che, in concomitanza con la SERR – Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, dal 18 al 26 novembre del 2017, ha pubblicato il Report Nazionale su ‘Servizi e tariffe dei rifiuti’ che è giunto alla sua undicesima edizione.

L’approccio virtuoso delle famiglie italiane sulla gestione dei rifiuti non viene però ripagato in termini di tariffe visto che in media la Tari passa dai 317,04 euro del 2016 ai 321,96 euro del 2017 con un incremento del 2% considerando una famiglia tipo italiana composta da tre persone che vivono in una casa di 100 metri quadri.

I rincari della Tari, inoltre, sono a due cifre nel passaggio dal 2016 al 2017 per una famiglia mononucleare che vive in un appartamento di 60 metri quadri. In tal caso, infatti, mediamente per la tassa sui rifiuti si pagano quest’anno 145,93 euro rispetto ai 129,98 euro medi dello scorso anno, il che significa che l’aumento è pari a ben il 14%.

Su base territoriale, inoltre, è nel Sud Italia e nelle Isole che si paga di più per la tassa sui rifiuti, e poi a seguire il Nord ed il Centro Italia. Proprio nel Mezzogiorno si registrano ritardi nel sistema di riciclaggio dei rifiuti con la Basilicata ferma al 31%, ma fanno peggio la Puglia (30%), il Molise e la Regione Calabria con il 25%, e la Sicilia fanalino di coda con appena il 13%. Trattasi di percentuali lontanissime dall’obiettivo europeo di riciclo dei rifiuti urbani al 60% entro il 2025, ed al 65% entro l’anno 2030.