Restaurant Coach, come salvare un ristorante

La figura del restaurant coach si affianca a quella del restaurant manager, prestando attenzione al marketing dell’azienda e soprattutto alle problematiche in ambito economico-finanziario, ecco come.

Cosa fa il restaurant coach

Si chiama Vincenzo Liccardi ed è diventato famoso nel settore food and beverage per essere il primo e finora forse unico, restaurant coach nel Belpaese. Questa professione è una evoluzione naturale, visto che da 20 anni gira per tutta Italia a offrire consulenze. Per una crescita professionale e personale, ha voluto soddisfare la crescente richiesta della clientela e degli stessi operatori della ristorazione di avere sempre più nozioni e informazioni, anche per valorizzare al meglio l’attività.

Del resto, la cucina e soprattutto cosa succede in un ristorante sono dei concetti ampliamente sdoganati in TV grazie a dei programmi specifici. Il mercato moderno pretende un prodotto di qualità, con personalità e valore. L’unione tra la figura di consulente managerialecon quella del coach era il tassello mancante. Il restaurant coach stabilisce un rapporto di fiducia con l’imprenditore e lo staff, fornendo strumenti utili al fine di migliorare gli affari.

Esistono dei validissimi corsi di Restaurant Business Coaching per capire cosa faccia un restaurant manager, ma un coach presente sul campo, unitamente a una tecnologia all’avanguardia e all’utilizzo delle scienze neurocognitive, si rivela molto efficace per la crescita dell’azienda e di coloro che ne fanno parte.

Ristorazione in Italia

I numeri in Italia sono allarmanti: su 3 ristoranti aperti, solo 1 riesce a superare i primi 3-5 anni di vita. E non solo per la crisi economica, bensì per l’inettitudine dei titolari o di chi gestisce l’azienda. Il restaurant coach viene contattato dai dirigenti dell’attività e la avvierà con tutto lo staff, agendo su due fronti.

In primis, svecchiare la maniera di fare ristorazione introducendo software di impresa e altri strumenti innovativi per facilitare la comunicazione tra cucina e sala, mentre dall’altro lato verrà proposto di fare un lavoro su se stessi, anche mettendosi in discussione.

Ovviamente, senza tralasciare il marketing moderno, il branding e tuti gli aspetti economici del management, dalla scelta dei piatti da mettere nel menù e i loro prezzi, al business plan e alle spese di gestione e del personale di sala e di cucina. Non solo ristoranti: anche le caffetterie, i bar e le pizzerie si ritrovano ad avere bisogno di aiuto e una garanzia di riuscita.

Ristoranti da salvare

Non tutti i ristoranti chiudono: secondo Unioncamere-Infocamere, nelle grandi città come Milano, Roma, Napoli e Firenze, bar e ristoranti sopravvivono più a lungo. Questo perché ci sono delle differenze nette nelle varie Regioni d’Italia.

Al Nord, la maggioranza viene avviata da imprenditori già attivi in altri settori, quindi senza esperienza specifica. Al Sud, invece, aprire un ristorante o un bar viene spesso vista come un’opportunità di auto-impiego.

L’assenza di preparazione e il non aver pianificato bene le spese, la gestione della cucina, del marketing e dell’attività in generale può portare al fallimento entro 3 anni. Il ristoratore italiano ideale dovrebbe avere un background in ambito culinario, oppure almeno una formazione apposita per aprire un ristorante. Saper cucinare bene a casa prima e poi in una cucina professionale è solo una parte del lavoro.