Manovra finanziaria e promesse elettorali, gli impegni del nuovo Governo

Comuni e Regioni italiane, risorse disponibili in calo con le manovre di finanza pubblica
Comuni e Regioni italiane, risorse disponibili in calo con le manovre di finanza pubblica

Per il nuovo Governo, se si riuscirà a formare, entro la fine dell’anno ci sarà da approntare una manovra di bilancio da 18,5 miliardi di euro che stride e non poco con le varie promesse elettorali che spaziano dalla flat tax al reddito di cittadinanza.

Manovra finanziaria, servono oltre 12 miliardi per sterilizzazione Iva

A copertura di tutta una serie di voci di bilancio, infatti, entro la fine del 2018 il Governo italiano, che potrebbe ancora essere quello attualmente dimissionario con a capo Paolo Gentiloni, dovrà nello specifico sterilizzare l’aumento dell’Iva, trovare le risorse per la manovra correttiva che presto ci chiederà l’Ue, e per alcune spese non differibili.

Nel dettaglio, riporta altresì l’Associazione degli artigiani della Cgia di Mestre, servono 2,6 miliardi di euro per coprire le spese non differibili, 3,5 miliardi per l’aggiustamento di bilancio che ci chiederà l’Ue, e ben 12,4 miliardi di euro per scongiurare l’aumento dell’Imposta sul valore aggiunto.

Il nuovo Governo dovrà recuperare un punto di Pil

L’entità della manovra è pari ad un punto di Pil, il che significa che il nuovo Esecutivo sarà chiamato a trovare le coperture possibilmente senza introdurre nuove tasse. Paolo Zabeo, che è il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, si chiede di conseguenza come coloro che puntano a Palazzo Chigi andranno a coniugare l’esigenza di far quadrare i conti dello Stato con il mantenimento di promesse elettorali che, come sopra accennato, spaziano dal reddito di cittadinanza alla flat tax e fino ad arrivare all’abolizione della Legge Fornero sulle pensioni.

In realtà a prevalere non potranno che essere le logiche di compromesso come peraltro, per la formazione di un nuovo Governo, si dovrà fare visto che, dopo le Elezioni Politiche del 4 marzo del 2018, nessun partito politico (leggasi M5S) o coalizione (leggasi centrodestra) ha conquistato una maggioranza autonoma alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica.