Istat 2018: produzione industriale a settembre, andamento a due velocità

Istat: produzione industriale dicembre 2018, crollo su base annua
Istat: produzione industriale dicembre 2018, crollo su base annua

Nello scorso mese di settembre in Italia l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato anno su anno, corretto per gli effetti di calendario, ma nello stesso tempo ha fatto registrare a livello congiunturale una variazione negativa.

Produzione industriale, +1,7% nei primi nove mesi

Nel dettaglio, a settembre 2018, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dell’1,3%, e dell’1,7% nei primi nove mesi del 2018, mentre rispetto ad agosto 2018 c’è stata una flessione dello 0,2%, la stessa considerando il terzo trimestre a confronto con il Q2 2018.

Il calo congiunturale della produzione industriale, analizzando i dati per comparto, deriva dalla contrazione registrata per energia, con un -0,1%,e per i beni strumentali, con un -1,6%, solo in parte compensata dai beni di consumo (+0,3%) e dai beni intermedi (+1,1%).

Crescita tendenziale produzione industriale trainata dall’energia

Considerando invece l’andamento su base annua, la crescita dell’1,3% della produzione industriale è stata trainata dall’energia (+4,2%), dai beni strumentali (+2,9%) e dai beni intermedi (+0,8%), mentre si è attestata in contrazione, con un -0,8%, la produzione di beni di consumo a settembre 2018 rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Per settori di attività economica, inoltre, l’aumento tendenziale della produzione industriale è stato trainato, con un +7%, dalla fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria, con a seguire, con un +5,1%, la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici, e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. con un +4,5%. Sul versante opposto invece, sempre in accordo con le rilevazioni Istat, hanno fornito un apporto negativo l’attività estrattiva con un -11,2%, la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati con un -4,7%, ed i settori del legno, della carta e stampa con un -2,7%.