EGOInternational: micro imprese lombarde sempre più votate all’export

Aumenta il volume della merce movimentata dagli esportatori italiani con fatturato estero inferiore ai 50 milioni di euro, che fanno registrare un +8,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge dall’ultima edizione dell’Annuario statistico del Commercio estero e delle attività internazionali delle imprese, nato dalla collaborazione tra l’Istat e l’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle aziende italiane.

La recensione offre un quadro aggiornato delle dinamiche di scambio di merci e servizi, oltre a fornire opinioni sull’operato dei principali player italiani attivi lo scorso anno. Dai commenti dell’Istituto si conferma la Lombardia la Regione italiana con più operatori per l’export (58 mila) seguita dal Veneto (25 mila) dall’Emilia-Romagna (19 mila) dalla Toscana (18 mila) e dal Piemonte (15 mila). Un contributo, quello della Lombardia, che evidenzia il valore aggiunto dell’intero comparto industriale della Regione e conferma i dati sulla crescita per il Nord-est, pari a +18% e del Nord-ovest, con un +18,2%.

Un tema fondamentale, quello della vendita dei prodotti italiani al di fuori dei confini italiani, al centro delle opinioni delle aziende di consulenza specializzate nella vendita verso i mercati stranieri. Da una recensione di EGOInternational, azienda leader per la consulenza per l’export, le performance ottenute dalla Lombardia e dalle altre Regioni italiane sono il risultato del corretto utilizzo delle nuove strategie per l’internazionalizzazione.

Dalle statistiche riportate nell’Annuario dell’Istat, l’incidenza sui volumi di esportazioni delle imprese si riduce al crescere della dimensione aziendale, anche se rimane comunque rilevante per le medie imprese (pari al 18%) e per le grandi (11,9%). Una propensione all’export da sempre al centro delle strategie di business delle micro-imprese dell’industria manifatturiera (con un incidenza pari al 27,4%) che si approcciano con sempre maggiore interesse ai mercati internazionali.

Le performance registrate dalle PMI lombarde sembrano dare ragione alle opinioni espresse nelle recensioni di EGO International, che aprono la strada a nuove modalità di approccio alla vendita nei mercati stranieri. La corsa all’export e l’aumento del valore delle merci esportate, determinato da uno scenario di forte ripresa economica, hanno infatti spinto le PMI a rivalutare le proprie strategie con l’obiettivo di aprire nuove partnership commerciali e nuovi canali di distribuzione. Questo, unito ad un corretto uso di servizi di engineering, permette infatti di intercettare i committenti internazionali grazie ad una migliore comprensione delle loro esigenze.

La necessità di rispondere puntualmente alle richieste dei buyer esteri stranieri viene espressa chiaramente all’interno delle opinioni di EGOInternational, che nelle sue recensioni ribadisce l’importanza di strutturare un’accurata strategia, che da una fase più analitica, indispensabile per ottenere una profilazione dei clienti target, si spinga fino ad un’organizzazione di tutte le attività operative necessarie ad aumentare le vendite fuori dai confini nazionali, come l’incontro con i committenti esteri e le attività di promozione presso eventi e fiere del settore.

La presenza degli operatori commerciali italiani all’estero

Le opinioni sull’attuale scenario dell’export italiano contenute nella recensione dell’Istat fanno emergere alcune differenze, rispetto alla destinazione delle merci, degli operatori commerciali con sede in Italia presenti all’estero: il 47,5% esporta infatti principalmente verso un unico mercato, mentre il 16,4% ha sviluppato la propria rete di vendita in oltre dieci mercati.

Con riferimento al settore merceologico è l’industria dei macchinari e degli apparecchi quella con il più alto numero di operatori per l’export, seguita dai settori della gomma, delle materie plastiche e dei metalli. Tra i primi tre paesi che vedono una maggiore concentrazione di aziende italiane ci sono la Svizzera (51 mila), gli Stati Uniti (oltre 40 mila) ed il Regno Unito (36 mila), seguiti dalla Francia e dalla Germania (in entrambe circa 26 mila).

Risultati che dimostrano quanto sia importante selezionare il mercato in cui sviluppare la propria rete di vendita: come infatti riportato nel blog di EGO International, l’esportazione del Made in Italy deve considerare il fondamentale apporto fornito dalla creazione di una solida rete commerciale nel paese target. È grazie infatti, sottolinea EGO International, attraverso una corretta strategia di sviluppo commerciale che è possibile consolidare i rapporti con i partner stranieri e incentivare la diffusione dei propri prodotti di punta.

Questa è la strada con cui le piccole e medie imprese italiane potranno ritagliarsi una quota di mercato sempre maggiore e cogliere tutte le opportunità offerte dai consumatori al di fuori dai confini italiani.