Dal contenimento COVID ai casinò online, il Giappone raccoglie la sfida del riconoscimento facciale

riconoscimento facciale

Una proposta di legge in Giappone prevede l’utilizzo del riconoscimento facciale per escludere minori e giocatori patologici dalle sale gioco e pachinko.

Il Sol Levante, da sempre molto attento a tutto ciò che è tecnologico (pensate a quanti passi in avanti il Paese ha fatto con l’industria antisismica per risolvere il gravoso problema dei terremoti che, da sempre, devastano quella zona del globo), ha pensato di utilizzare l’intelligenza artificiale e, nello specifico, il riconoscimento facciale per limitare i problemi derivanti dal gioco compulsivo e per limitare i danni del contagio da Covid-19.

Questa è, certamente, uno proposta che sembra essere uscita dalla penna di William Gibson, da sempre uno dei più conosciuti scrittori del genere cyberpunk ma, in realtà, utilizzare questo tipo di tecnologia per riconoscere chi, tra i giocatori, non sia legalmente autorizzato a giocare d’azzardo, è più che una semplice proposta un po’ fantascientifica. Il Giappone, infatti, come si può leggere su questa pagina, guarda al futuro della prevenzione con l’installazione di dispositivi di riconoscimento facciale all’ingresso delle sale gioco con immagini che possono essere messe a disposizioni dalle famiglie o dagli stessi interessati. Allo stesso modo si è pensato di monitorare i contagiati dal coronavirus: il sistema sarà in grado di analizzare, grazie a migliaia di telecamere a circuito chiuso, i movimenti dei pazienti Covid e i loro contatti stretti.

Come il gioco d’azzardo viene visto in Giappone

Il gioco d’azzardo, in Giappone, è teoricamente vietato dal codice penale ma esistono delle eccezioni come alcune scommesse sportive e le lotterie. Vediamo nello specifico: le lotterie e i gratta e vinci, che sono molto amati in tutto il territorio, sono regolamentati da leggi speciali che permettono di finalizzare parte degli introiti per le casse dello stato. Le lotterie, in particolare, si svolgono durante tutto l’anno. Abbiamo 3 tipologie: lotterie a numero unico, i gratta e vinci e lotterie a numero selezionato. La legge giapponese stabilisce, però, che ogni montepremi non debba mai superare il 50% delle vendite effettuate dai biglietti che sono acquistabili sia nei negozi convenzionati che nei distributori automatici e nei punti vendita specializzati.

Le scommesse sportive autorizzate sono 4 e sono tutte nel settore degli sport pubblici: i giapponesi possono giocare alle corse di cavalli, alle gare di motonautica, alle corse ciclistiche e quelle motociclistiche su asfalto. Il montepremi, in questo caso, si basa su un numero tra il 75 e l’80% delle vendite totali e le scommesse possono essere effettuate nelle tantissime ricevitorie che si trovano in tutto il Paese.

Il fenomeno del pachinko e la sua diffusione

Il pachinko è una sorta di slot machine che però riprende anche alcune caratteristiche del flipper ed è, di certo, uno dei giochi più amati dai giapponesi. Di solito queste macchinette vengono gestite da società private e, grazie a una speciale deroga al codice penale, non viene ufficialmente pensato come gioco d’azzardo (anche perché non si vincono direttamente soldi). In Giappone, però, ci sono più di 12mila sale adibite al pachinko, quindi si può considerare, davvero, uno dei giochi più giocati tra tutti. Funziona così: il giocatore compra alcune sfere d’acciaio che si giocano nella macchina attraverso una valvola a farfalla. La sfera può cadere in vari punti anche la maggior parte delle volte non si ferma su punti che valgono gettoni ricompensa. I gettoni speciali possono essere rivenduti, ovviamente, in negozi specializzati in cambio di denaro.

Si intuisce, in maniera chiara, che questo è un modo per aggirare il divieto di gioco d’azzardo e ci sono state tantissime proteste sulla diffusione delle macchinette che sono amatissime e radicate nella cultura giapponese. Il punto è che qualsiasi divieto possa essere pensato non otterrà nessun risultato concreto se non una ancor maggiore diffusione del gioco illegale che è già presente in tutto il paese da decenni. Pensiamo, infatti, a tutti i casinò illegali sparsi per il territorio che consentono ai giapponesi di poter giocare ai giochi di casinò senza nessuna garanzia. Come diciamo sempre: meglio una regolamentazione precisa e non divieti che non servono a nulla se non a far fiorire mercati illegali e pericolosi gestiti dalla criminalità locale.