In Italia la crisi ha cambiato radicalmente le abitudini dei consumatori che, rispetto al passato, non solo sono infedeli ed iperinformati, ma sono anche capaci di combinare con sapienza il canale d’acquisto digitale con quello fisico. Questo è quanto emerso, tra l’altro, da ‘Lo sviluppo italiano e il ruolo sociale della Distribuzione moderna organizzata’, una ricerca del Censis – Centro Studi Investimenti Sociali – che è stata presentata a Roma.
L’identikit del nuovo consumatore, dopo la crisi, ed in una fase come quella attuale caratterizzata dal nostro Paese che sta cercando di intercettare la ripresa economica, è quello di un cittadino che nella grande distribuzione vede il luogo preferito per gli acquisti, e che in futuro vorrebbe non solo orari di apertura prolungati e flessibili per fare la spesa, ma anche l’opportunità di stipulare polizze assicurative, fare rifornimento di carburante ed acquistare farmaci. Inoltre, sempre più italiani quando vanno a fare la spesa gradirebbero la presenza dell’accesso ad Internet con il wi-fi.
Il consumatore italiano iperinformato ed infedele, che dopo la crisi non è più lo stesso, sta ora facendo la spesa in un contesto caratterizzato da un incoraggiante incremento dei consumi. Nei primi tre mesi del corrente anno, infatti, i consumi complessivi delle famiglie in Italia sono aumentati dell’1,3% rispetto all’ultimo trimestre del 2016 per quello che a livello congiunturale è il miglior incremento dal 1999.
Su base annua, invece, l’incremento del primo trimestre del 2017, rispetto al periodo gennaio-marzo del 2016, è stato del 2,6%, ovverosia al top dal 2011. In altre parole i consumi dopo la crisi non sembrano essere più stagnanti, ma il consumatore esce dalla recessione e dalla stagnazione economica profondamente cambiato per quel che riguarda le abitudini nel fare la spesa.
