Come aprire un campeggio: consigli e iter burocratico

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L’idea di aprire un campeggio al mare o in un altro posto a contatto con la natura potrebbe essere davvero importante, in quanto si potrebbe configurare come un significativo business da portare avanti. Infatti i campeggi sono molto amati e c’è sempre di più la tendenza a frequentare questi luoghi, anche per concedersi una vacanza rilassante. Il fatto di poter passare qualche giorno lontani dai ritmi frenetici della vita quotidiana, direttamente a contatto con la natura, è un’idea che piace a molti. Ma come si fa ad aprire un campeggio? Quali sono i passi da seguire anche a livello del rispetto delle norme? Ci sono alcune regole che bisogna conoscere, che riguardano anche la scelta della zona giusta per aprire il nostro campeggio. Ecco alcuni consigli che potrebbero rivelarsi utili a questo proposito.

Come scegliere la zona per aprire un campeggio

Ci sono varie zone, anche in Italia, particolarmente adatte ad aprire un campeggio, come per esempio un campeggio a Follonica, che risulta un luogo particolarmente adatto. La scelta della zona è davvero rilevante, perché non si deve trascurare di scegliere bene l’area in cui allestire il campeggio stesso.

Soprattutto è importante considerare l’estensione dell’area, perché in base alle dimensioni possono cambiare anche le spese che dobbiamo sostenere per l’investimento. In genere, per aprire un campeggio, si può scegliere un terreno o un grande parco. Non è detto però che la zona sia di proprietà dell’imprenditore, infatti quest’ultimo può anche prenderla in affitto, occupandosi della sua gestione.

Le dimensioni dell’area da allestire possono variare. Infatti tutto dipende dalle esigenze, in base a ciò che si vuole creare. Pensiamo bene però al budget che vogliamo impiegare, quando decidiamo di aprire un campeggio. Infatti possiamo attrezzare anche aree di piccole dimensioni, per ospitare poche persone con costi più ridotti.

I servizi e i collaboratori

Gestire un’area apposita per il campeggio può essere complesso. Per questo è opportuno servirsi di alcuni collaboratori che possano dare una mano di aiuto. Naturalmente l’azione dei collaboratori sarà più importante, specialmente se l’area è molto ampia.

D’altronde bisogna sempre ricordarsi che in un campeggio non devono mancare alcuni servizi essenziali, come quello per fornire elettricità, acqua e poi bagni, docce ed eventualmente anche dei punti per la ristorazione. È come se creassimo una piccola città con tutte le comodità perché i turisti possano restare veramente soddisfatti del loro soggiorno.

Il percorso burocratico da seguire

Qual è l’iter burocratico da seguire per aprire un campeggio? Parliamo anche da questo punto di vista, perché non va trascurato assolutamente il rispetto delle norme. Per aprire un campeggio ci dobbiamo rivolgere al Comune, per verificare se l’area che abbiamo scelto può essere adibita a questo scopo. A stabilirlo è il piano regolatore.

A questo punto, se il posto prescelto può essere adatto, occorre presentare una domanda all’amministrazione comunale, per ottenere la licenza e quindi l’autorizzazione. È fondamentale che gli impianti risultino idonei e soprattutto che rispettino le norme igienico-sanitarie.

Il Comune effettua dei controlli e si occupa anche di assegnare al campeggio un numero di stelle che esprimono la valutazione. Rilascia poi l’autorizzazione che viene rinnovata ogni anno, sempre dopo che sono stati effettuati gli adeguati controlli.

Ma occorre un titolo specifico di studio per poter avere questa possibilità di aprire un campeggio? In generale bisogna possedere delle buone nozioni di cultura generale, in particolare alcune conoscenze di scienze del turismo, anche se in realtà un titolo di studio specifico non esiste.

Altri requisiti importanti sono costituiti dal conoscere più di una lingua, in modo da poter comunicare con i turisti stranieri, ed avere significative capacità gestionali per fare in modo di portare avanti un business di successo.