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Lavoro e giovani: nel 2030 l’indipendenza economica solo a 40 anni

Da Editorial Staff

Marzo 23, 2017

Lavoro e giovani: nel 2030 l’indipendenza economica solo a 40 anni

Ecco i dati drammatici sulla crisi del lavoro che riguarda soprattutto i giovani, le cui prospettive sono sempre più plumbee.

Il Lavoro e i giovani due parole difficili da coniugare nel nostro paese, dove la disoccupazione giovanile è in costante incremento ed ha già raggiunto percentuali inverosimili. Secondo un rapporto della Fondazione Visentini presentato all’Università Luiss, i giovani italiani devono attendere sempre di più per diventare autonomi dal punto di vista economico. Se nel 2004 un giovane dell’età di 20 anni doveva aspettare almeno 10 anni per essere autosufficiente dal punto di vista economico in futuro si stima che un maggiorenne dovrà attendere almeno altri 18 anni per essere indipendente e non gravare più sul bilancio della famiglia d’origine.

La ricerca sul divario generazionale ha effettuato una comparazione tra le varie realtà occupazionali degli altri paesi europei. Il cosiddetto indice europeo di equità intergenerazionale ha visto l’Italia attestarsi al penultimo posto davanti solo alla Grecia. I giovani italiani risulterebbero dunque svantaggiati nella corsa verso la maturità e la capacità di costruirsi un proprio nucleo familiare e pare che all’orizzonte le prospettive sono tutt’altro che rosee.

Una delle soluzioni proposta dalla Fondazione Bruno Visentini si basa su una politica che redistribuisca le risorse in modo più equo favorendo soprattutto i giovani. Per questo viene auspicato un contributo solidaristico che dovrebbe gravare su generazioni più mature che dovrebbero riguardare soprattutto coloro che beneficiano di pensioni generose. Un contributo progressivo che dovrebbe coinvolgere due milioni di pensionati e che dovrebbe riguardare le pensioni di fascia alta. Un prelievo fiscale che dirotti i proventi verso incentivi allo studio, al lavoro e alla formazione.

Molti dei ‘neet’ che hanno rinunciato a priori a cercare un lavoro andrebbero incentivati con una politica mirata a formare dei professionisti in grado di poter spendere i propri titoli, il proprio bagaglio di conoscenze e il proprio talento sul mercato del lavoro.

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