Superticket sanitario per le fasce più deboli, ecco perché è giusto abolirlo

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Salvo sorprese dell’ultima ora, nella Legge di Bilancio sarà inserita l’abolizione del superticket per molti ma comunque non per tutti. In accordo con quanto è stato riportato dall’Associazione Altroconsumo, infatti, l’abolizione/riduzione del superticket sanitario, che sinora si paga in aggiunta al ticket ordinario previsto dal Sistema Sanitario Nazionale, andrà ad interessare le fasce più deboli e più vulnerabili della popolazione non solo per patologia, ma anche per reddito e per età.

Abolizione superticket sanitario grazie ad un fondo ad hoc

Per la misura è prevista l’attivazione di un fondo ad hoc con una copertura finanziaria di 60 milioni di euro che con ogni probabilità sarà ulteriormente aumentata. L’abolizione del superticket sanitario al momento non sarà strutturale in quanto dovrebbe avere una durata pari a tre anni. Secondo Altroconsumo è molto importante togliere il superticket che, introdotto nel 2011, già nell’anno successivo ha portato ad un calo delle prestazioni, erogate dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN), pari a ben il 17,2%.

Superticket sanitario è una barriera per l’accesso alle cure

In altre parole il superticket sanitario, che peraltro viene applicato in maniera diversa da regione a regione, rappresenta una vera e propria barriera di accesso alle cure per i cittadini a partire proprio da quelli a basso reddito.

Nella versione standard, il superticket sanitario corrisponde ad una somma aggiuntiva che, avente un importo forfetario pari a 10 euro, il cittadino è chiamato a pagare su ogni ricetta per le visite e per gli esami specialistici. Ogni regione italiana, come sopra accennato, non solo lo applica in maniera differente, ma ci sono anche regioni che lo hanno già abolito. Trattasi, riporta altresì Altroconsumo, della Basilicata, della Valle d’Aosta, della Sardegna e delle Province Autonome di Trento e Bolzano.