Pressione fiscale più alta per i contribuenti che pagano tutte le tasse

Istat: dati inflazione settembre 2017, rallenta la dinamica dei prezzi
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Per l’anno in corso in Italia la pressione fiscale si attesterà ad una media del 42,5%, ma se si considerano solo i contribuenti che sono fedeli al Fisco, ovverosia quelli che pagano tutte le tasse all’Erario, fino all’ultimo euro, tale valore cresce di oltre sei punti percentuali attestandosi al 48,8%. A rilevarlo è stata la Cgia di Mestre, in accordo con un’elaborazione del proprio Ufficio Studi, nel sottolineare come nel nostro Paese il peso reale del Fisco sui contribuenti continui ad essere tra i più elevati a confronto con gli altri Paesi europei.

Secondo Paolo Zabeo, che nell’Associazione degli artigiani mestrina ricopre la carica di coordinatore dell’Ufficio Studi, il principale ostacolo alla crescita economica dell’Italia è rappresentato proprio dal fisco ingiusto senza dimenticare, tra l’altro, la burocrazia che spesso è ‘ottusa e snervante’. E così nel nostro Paese un lavoratore dipendente percepisce al netto una somma che è pari alla metà di quanto è costretto a sborsare il titolare con le tasse e con i contributi, e nello stesso tempo a causa della pressione fiscale elevata fare impresa in Italia è ormai da parecchi anni molto difficile.

Lo scarto tra la pressione fiscale e la pressione fiscale reale, che è più alta, è frutto dell’economia sommersa, ovverosia quella che l’Istat definisce come economia non osservata e che nel 2014, proprio in base alle stime dell’Istituto di Statistica, ammontava a ben 211 miliardi di euro corrispondente al 13% del prodotto interno lordo nazionale.

Di questi 211 miliardi di euro, 16,9 miliardi di euro sarebbero riconducibili alle attività illegali, ed i restanti 194,4 miliardi di euro al sommerso economico. Nel ricavare il dato sulla pressione fiscale reale, la Cgia di Mestre in via prudenziale ha considerato che rispetto al 2014 in questi ultimi anni l’incidenza dell’economia sommersa sia rimasta invariata.