Povertà alimentare in Italia, ecco i dati drammatici diffusi dal Censis

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Ecco i dati della povertà alimentare nel nostro paese emersi da una ricerca del Censis presentata a Tuttofood.

Sono più di due milioni i nuclei familiari italiani che vivono in condizioni di povertà alimentare. Un dato sempre più drammatico e in costante crescita evidenziato da una ricerca del Censis che ha fotografato lo stato attuale del benessere nel nostro paese. Sarebbero cinque milioni le persone totali che vivono in condizione di povertà alimentare che possono spendere cifre inferiori agli standard previsti per poter acquistare generi alimentari.

Un numero in costante crescita da diversi anni a questa parte e che ormai sta allarmando le istituzioni. Solo negli ultimi 10 anni il numero ha subito un incremento del 57%. La ricerca del Censis, dai risvolti drammatici, è stata presentata nel corso dell’inaugurazione di Tuttofood, una rassegna specializzata che si svolge presso la Fiera Milano fino all’11 maggio.

La povertà alimentare, spesso, viene nascosta dalle stesse famiglie per vergogna o per salvaguardare l’occhio sociale. Si stima che negli ultimi 10 anni, 800 mila nuclei familiari in più non hanno avuto denaro a sufficienza per acquistare cibo evitando o riducendo il consumo di carne o di pesce. La povertà alimentare, secondo le statistiche, sembra essere concentrata maggiormente nel nord-est del paese e colpisce il 9,2% delle famiglie e al sud (9%).

La statistica ha anche ‘fotografato’ il modo degli italiani di alimentarsi. Secondo il Censis, un milione di italiani tendono ad essere ingordi non curanti dei consigli di nutrizionisti, alimentandosi con cibi grassi ed eccessivamente ricchi di proteine animali. I vegani e i vegetariani sono in tutto 1,4 milioni, mentre 14,5 mangiano un po’ di tutto e sanno variare la propria dieta. Sono, infine, 6,4 milioni gli italiani che seguono scrupolosamente la dieta mediterranea dimostrandosi degli incrollabili salutisti. Addirittura 36 milioni di italiani, secondo la ricerca, tenderebbero a gettare nell’immondizia il cibo che avanza. Uno spreco che fa a pugni con l’incremento costante di povertà alimentare nel paese.