Pizza patrimonio Unesco? Conto alla rovescia in Corea del Sud

Consegne a domicilio tra pizze e sushi, ecco il cibo ordinato e preferito dagli italiani
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Il prossimo 4 dicembre del 2017 a Seul, in Corea del Sud, si conosceranno i destini di uno dei prodotti made in Italy più noti al mondo, la pizza. Sì, perché la pizza si candida a diventare patrimonio Unesco al fine di riconoscere quella che è l’arte dei pizzaioli napoletani, e per questo sono state raccolte oltre 2 milioni di firme a sostegno della candidatura a patrimonio immateriale dell’Umanità in accordo con quanto è stato reso noto dalla Coldiretti.

Pizza napoletana, raccolta firme completata sul Lungomare

La spinta all’iniziativa, da parte dell’organizzazione degli agricoltori, è arrivata nello scorso weekend con l’ultima fase della raccolta di firme sul Lungomare di Napoli nell’ambito del progetto di valorizzare la pizza napoletana che è addirittura partito sette anni fa.

Dalle Specialità tradizionali garantite dall’Ue al riconoscimento Unesco

A partire dal 4 febbraio del 2010, infatti, la pizza napoletana è stata inserita ufficialmente tra le Specialità tradizionali garantite dall’Ue, ma ora è arrivato il momento di difendere il patrimonio immateriale con il riconoscimento Unesco aspettando l’esito da parte del Comitato Intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio immateriale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.

In particolare, il Comitato esaminerà un totale di 34 pizze con quella napoletana che è l’unica italiana a candidarsi, forte anche degli oltre 2 milioni di firme, all’inserimento nel patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco. L’inserimento della pizza napoletana nel patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco, tra l’altro, secondo la Coldiretti andrebbe a proteggere ed a tutelare meglio il prodotto non solo dai continui atti di pirateria alimentare, ma anche dai casi, sempre più frequenti purtroppo, di appropriazione indebita dell’identità.