Petrolio, crolla l’oro nero e trascina in basso le borse asiatiche

trading del petrolio

Crolla il Petrolio dopo la decisione dell’Opec di confermare il taglio di produzione per i prossimi nove mesi.

Il calo del Petrolio manda in rosso tutte le borse asiatiche, pesando come un macigno sui listini che hanno evidenziato indici deboli. Alle ore 8 di stamattina, l’indice Nikkei pagava pegno con un calo dello 0,56%, mentre Shangai e Hong Kong rimangono sostanzialmente invariate. Le decisioni rese pubbliche dall’Opec nell’incontro di ieri ha fatto sprofondare il Petrolio a 48,61 dollari al barile dopo avere toccato quota 51 dollari prima del vertice di Vienna.

La decisione di prorogare i tagli alla produzione (1,8 mln di barili al giorno) per nove mesi era già nell’aria da tempo, ma la sensazione è che gli investitori si attendessero delle cifre ancora più alte. Si era pensato a lungo che la stima prevista fosse arrotondata per difetto, come spesso accade, ma l’Opec ha deciso di confermare quanto preventivato alla vigilia del vertice confermando i livelli di estrazione dei volumi dell’oro nero.

Nonostante lo scivolone del Petrolio, l’andamento delle azioni a livello globale hanno consentito alle Borse di tenere botta anche grazie ai dati attuali che hanno portato a sei le settimane consecutive di guadagni. Questa euforia è determinata dalla convinzione degli analisti che la crescita dell’economia globale saprà far fronte anche all’aumento dei tassi di interesse della Fed previsto per il mese prossimo. Come dire che il mercato ha già metabolizzato questa decisione anticipandone, per poi smaltire, gli effetti dell’aumento del costo del dollaro.

I timori per i fallimenti di Trump e della sua riforma fiscale che vacilla ogni giorno di più sembrano ormai un lontano ricordo. Alle vendite massicce dei mesi precedenti sta facendo seguito un rinnovato ottimismo, la cui fondatezza sembra avere ancora contorni poco chiari.