Pace fiscale, confronto Di Maio-Salvini in Consiglio dei Ministri

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‘#Salvini: ci pagano lo stipendio non per litigare, ma per lavorare e decidere. Ci sono italiani che hanno fatto la dichiarazione, ma non sono riusciti a pagare, #pacefiscale è per loro. #WLItalia’. Questo è quanto ha scritto ieri Matteo Salvini, leader della Lega, Ministro dell’Interno e vicepremier dopo che sono emersi contrasti con l’altro vicepremier, ovverosia con Luigi Di Maio, sul decreto fiscale collegato alla manovra finanziaria.

Di Maio-Salvini, c’è da trovare un compromesso

Il Ministro dell’Interno ha precisato che a livello politico non vuole arrivare allo strappo, ma ha pure ribadito i contenuti della cosiddetta pace fiscale in vista del Consiglio dei Ministri di domani, sabato 20 ottobre del 2018, quando dovrebbe esserci un faccia a faccia chiarificatore tra i due vicepremier. A fare da mediatore ci sarà Giuseppe Conte, il Presidente del Consiglio, che ha già ribadito come in questo momento una crisi di governo sarebbe del tutto inopportuna.

Ad alzare il polverone, a ‘Porta a Porta’, è stato il vicepremier Di Maio che ha parlato di ‘manina’ che avrebbe inserito misure non concordate nel decreto fiscale, ed in particolare quelle che depenalizzerebbero il reato di auto-riciclaggio andando così a varare in sostanza un condono ed anche uno scudo fiscale.

M5S, no al condono penale per gli evasori

‘Garantire un condono penale agli evasori non è nel contratto di governo, non è nel programma del MoVimento e, riteniamo, neppure in quello della Lega’, ha scritto ieri, tra l’altro, il Ministro del Lavoro Di Maio via social network Facebook, aggiungendo che ‘Per il MoVimento 5 Stelle gli evasori non devono avere alcuna impunità. Se anche questa norma arrivasse così come è in Parlamento non avrebbe i nostri voti e quindi non passerebbe. Meglio eliminarla subito’.