Mercato immobiliare italiano, andamento canoni di locazione dal 2008 al 2016

Crollo ponte Genova, ABI annuncia sospensione rimborso mutui
Crollo ponte Genova, ABI annuncia sospensione rimborso mutui

Negli ultimi anni, a causa della crisi finanziaria ed economica, in Italia non sono scesi solo i prezzi delle case, ma anche i canoni di locazione. E questo perché è vero che con la crisi sono diminuite le vendite di case ed è aumentata la domanda di abitazioni in affitto, ma nello stesso tempo il grande stock di immobili presente sul mercato ha in ogni caso calmierato le richieste dei proprietari.

Citando un’analisi dell’Ufficio studi di Tecnocasa, a metterlo in evidenza è Idealista.it nel precisare come il ribasso generalizzato dei canoni di affitto sia stato rilevato nel 2008, ovverosia quando la crisi è iniziata ad essere devastante attraverso una pesante stretta creditizia che, come è noto, in America ha portato allo scoppio della bolla sui mutui subprime.

Il 2016, dopo una lunga fase di discesa, per gli affitti in Italia è stato l’anno dell’inversione di tendenza. E questo perché, nel primo semestre dello scorso anno, i canoni di locazione hanno fatto registrare un aumento medio dello 0,7% per i monolocali e per i bilocali, e dello 0,8% per i trilocali.

L‘aumento dei canoni si spiega con una diminuzione dell’offerta immobiliare a fronte di un contestuale incremento delle stipule di contratti di affitto a canone concordato. Nel 2016 si è infatti arrivati sul totale dei contratti ad una percentuale del 22,9% rispetto al 18% di contratti di affitto a canone concordato che è stato rilevato nei primi sei mesi del 2015.

E se il mercato degli affitti è tornato a mostrare segnali di vitalità, lo stesso dicasi per il mercato delle compravendite di immobili, dopo che i prezzi medi hanno toccato il fondo, e per i mutui. Riguardo in particolare ai finanziamenti ipotecari, la domanda da parte dei privati e delle famiglie, interessate a comprare casa, è trainata dai tassi di interesse ai minimi storici e dagli spread bancari che, grazie alla concorrenza tra gli istituti di credito, si mantengono su livelli relativamente bassi.