Lavoro PA, assumere o pagare i debiti commerciali? La posizione della Cgia di Mestre

Crediti imprese con la Pubblica Amministrazione, tempi medi pagamento in risalita
Crediti imprese con la Pubblica Amministrazione, tempi medi pagamento in risalita

Quella dei mancati pagamenti, da parte della Pubblica Amministrazione, è una piaga che in Italia fa sì che molte imprese private, ed in particolare quelle di piccole dimensioni, siano in grossa difficoltà. Questo è quanto, tra l’altro, ha messo in evidenza Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, aggiungendo in merito che, stando alle stime che sono state fornite dalla Banca d’Italia, la PA nei confronti delle aziende fornitrici ha debiti commerciali pari a ben 64 miliardi di euro, dei quali oltre la metà, per la precisione 34 miliardi di euro, che sono ascrivibili ai ritardi nei pagamenti.

‘Prima di dar luogo a nuovi assunzioni, la Pubblica amministrazione azzeri i debiti commerciali‘, ha dichiarato non a caso Paolo Zabeo in replica alle dichiarazioni del Sottosegretario alla Pubblica amministrazione che ha parlato, per i prossimi 4 anni, di quasi 500 mila nuove assunzioni nel pubblico impiego a fronte di altrettanti lavoratori della PA che andranno in pensione.

La tenuta finanziaria delle piccole imprese, inoltre, è stata messa a dura prova non solo dai ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, ma anche dal nuovo meccanismo di pagamento dell’IVA, il cosiddetto split payment che è stato introdotto con la Legge di Stabilità 2015, la 190/2014, e che poi è stato ampiamente riformato dal DL 50/2017.

Secondo l’Associazione degli artigiani mestrina, infatti, l’incasso delle fatture da parte delle PMI senza Iva va a privare le imprese di quella liquidità che, seppur sia una partita di giro, permetteva nel brevissimo termine di avere maggiore liquidità a disposizione. Nei giorni scorsi, tra l’altro, con un altro rapporto proprio la Cgia di Mestre aveva fatto presente che in Italia solo nel settore della sanità pubblica il debito accumulato con i propri fornitori ha toccato quota 22,9 miliardi di euro.