La Svizzera sfida l’immigrazione selvaggia: ‘Se la disoccupazione sale al 3,5% chiudiamo le frontiere’

Svizzera

Ecco il progetto di legge che la destra Svizzera sta portando avanti per contrastare il fenomeno dell’immigrazione di massa.

La Svizzera potrebbe alzare le barricate contro l’immigrazione se la disoccupazione dovesse salire nei prossimi mesi. Una politica definita con un neologismo ‘Primanostrismo‘ che è stato coniato dai partiti di destra e che ormai è diventato un slogan tra gli svizzeri che temono l’invasione degli stranieri e la perdita di competitività della propria economia.

La destra svizzera rappresentata dall’Unione Democratica di Centro che fa riferimento al leader Cristoph Blocher (miliardario dalle velleità populiste) era stata promotrice di una riforma della costituzione che ha sancito la preferenza dei lavoratori svizzeri sugli stranieri, a parità di qualifiche, in materia di assunzione. Una riforma palesemente discriminatoria e razzista del mercato del lavoro, duramente contestata dalle opposizioni e dalle forze liberali dell’Ue.

Una applicazione concreta del ‘Primanostrismo’ caro a Blocher che potrebbe avere ulteriori sviluppi. In Svizzera questa politica discriminante sta riscuotendo un grande successo tra gli elettori elvetici a tal punto che anche i partiti di centro stanno facendo a gara per inseguire posizioni protezionistiche della loro economia e dei posti di lavoro. Richard Koller, segretario dell’Unione democratica di Centro di Lucerna, sta già raccogliendo le firme affinchè venga proibita l’assunzione di operai stranieri se la disoccupazione dovesse superare il limite di guardia del 3,5%.

Serviranno almeno 100 mila firme affinchè questa riforma possa approdare in Parlamento. Numeri davvero irrisori che saranno facilmente raggiungibili, tenendo conto dell’aria che tira in Svizzera dove la preoccupazione per l’invasione di immigrati sta contagiando la gran parte di elettori. Un riforma che rappresenterebbe una vera iattura per i tantissimi frontalieri italiani che ogni giorno varcano il confine per andare a lavorare nella ricca Svizzera.