Fare la spesa al supermercato, un cibo su quattro rischia di essere falso

Fare la spesa sotto casa, torna in auge il supermercato di quartiere
Fare la spesa sotto casa, torna in auge il supermercato di quartiere

Gli italiani, nel fare la spesa al supermercato, non solo devono fare attenzione alla qualità ed al prezzo, ma anche agli inganni in quanto un prodotto alimentare su quattro è potenzialmente ‘fake’, ovverosia falso in quanto è privo dell’indicazione obbligatoria di origine in etichetta.

Cibi ‘fake’, dal pane ai succhi di frutta e passando per le marmellate ed i prodotti sottolio

Tra i cibi più a rischio di anonimato, in particolare, secondo la Coldiretti ci sono i salumi, il ragù, le marmellate, il pane, i succhi di frutta, i prodotti sottolio fino ad arrivare al latte in polvere per i bambini.

Sui prodotti alimentari ‘fake’ l’Organizzazione degli agricoltori, con l’hashtag #stopcibofalso, ha avviato una raccolta firme per sostenere una petizione che è rivolta al Parlamento Europeo affinché i consumatori possano essere informati sulla provenienza del cibo che portano a tavola.

Perché avviare la mobilitazione contro gli inganni a tavola

Secondo la Coldiretti avviare la mobilitazione contro gli inganni a tavola significa non solo difendere l’agricoltura italiana, ma anche bloccare le speculazioni, tutelare l’economia e proteggere la salute dei consumatori.

L’Organizzazione degli agricoltori, infatti, con una nota ammette che dal fronte della sicurezza alimentare, e degli obblighi di indicazione della provenienza delle materie prime in etichetta, sono stati fatti importanti passi avanti.

Pur tuttavia ci sono ancora delle zone d’ombra che sono ampie con la conseguenza che, in maniera non consapevole, i consumatori rischiano di portare a tavola cibi che non solo sono dall’origine incerta, ma sono pure di bassa qualità. Per esempio, mette altresì in evidenza la Coldiretti, ad oggi due prosciutti su tre in Italia sono venduti senza che sia evidenziato chiaramente in etichetta che i maiali sono stati allevati all’estero.