Inflazione: imprese produttrici col trucco, ecco come tengono fissi i prezzi

Inflazione settembre 2018, aumento prezzi al consumo rallenta
Inflazione settembre 2018, aumento prezzi al consumo rallenta

Piuttosto che aumentare i prezzi, molte imprese produttrici di beni nel mantenere i listini fissi stanno diminuendo le quantità in vendita. Per esempio una lattina di bibita mantiene lo stesso prezzo ma la quantità di prodotto passa da 33 a 25 cl, i pacchetti di fazzolettini nella confezione da 10 diventano magicamente 9, così come il tubetto di dentifricio, originariamente da 100 ml, scende di quantità a 75 ml, e la carta igienica da 250 strappi passa a 230.

Istituto di statistica inglese scopre il trucco

Questo è quanto, tra l’altro, riporta l’Agenzia di Stampa AdnKronos.com citando quanto ha rilevato sull’andamento dei prezzi l’istituto di statistica inglese, ovverosia l’Agenzia governativa Office for National Statistics (ONS).

In Italia pure l’Istat sta monitorando la situazione precisando in particolare che la tecnica delle imprese produttrici di rimpicciolire le confezioni, mantenendo invariati i prezzi di vendita, stia interessando in prevalenza prodotti alimentari che spaziano dai dolciumi agli zuccheri, e passando per il miele, per il cioccolato e per le confetture.

Nasce la shrikflation, idea buona per le imprese

Sebbene quello adottato dalle imprese produttrici sia un metodo potenzialmente ingannevole, la tecnica di tenere fissi i prezzi, andando a ridurre le confezioni, sta spopolando al punto che è nato il termine di shrikflation che non è altro che la fusione tra shrinkage, che sta per contrazione, e inflation (inflazione).

Se la shrikflation sarà sempre di più applicata sulla vendita di beni, a crescere potrebbe essere il rischio di sottostima dell’andamento dei prezzi al consumo, ma in Italia l’Istituto Nazionale di Statistica, avendo già raccolto questi segnali, ha avviato sul fenomeno un attento monitoraggio.