Economia circolare, la svolta italiana

Nei giorni scorsi è stata pubblicata una fondamentale sentenza del TAR della Lombardia che è un nuovo gancio su cui il futuro governo potrà aggrapparsi in materia di costo-opportunità per l’avvio di nuove reti a metano in aree interne e rurali.

Con questa decisione sono stati respinti i ricorsi di Amalfitana Gas, Cilento Reti Gas, Selgas Net e di alcuni Comuni della Provincia di Bolzano contro la delibera Arera 704/2016 che aveva portato come novità un tetto al riconoscimento in tariffa dei costi per la metanizzazione.

Il processo di metanizzazione del Bel Paese è implicito e non comporta chissà quanto interesse tra l’opinione pubblica perché fino ad ora i costi di infrastrutturazione delle reti sono sempre stati onere della fiscalità generale, in sostanza di tutti i cittadini, senza ricadere, nella categoria A3 della bolletta elettrica.

La questione di fondo è che l’ammortamento del costo delle infrastrutture di importazione e di integrazione delle reti gas non si incorpora (o almeno non per intero) nel prezzo di fornitura gas, a pena di renderlo meno selezionato di altre risorse. Quindi chi ne incentiva la costruzione è costretto a definirle “strategiche” al fine di giustificarne il sussidio, anche in forma di recupero permesso in tariffa, prescindendo dal tasso di utilizzo, del capitale investito e della sua remunerazione.

Economia circolare: l’importanza del metano

Sono varie le zone interne del Paese in cui ci si chiede perché il Governo abbia deciso di ideare una pianificazione dell’uso del metano dal momento che si tratta della maggioranza dei casi di zone a bassa densità abitativa e poche attività del settore industriale energivoro. Non a caso infatti il metano è spesso la chiave dell’economia, non a caso si possono comprare azioni metano, dopo aver imparato come guadagnare col trading, si potrebbe optare per l’investimento sul metano tramite la piattaforma di trading online Plus500. In fondo dunque importante nel mondo lo è sempre stato.

Dal punto di vista ecologico, inoltre, se l’auspicio della sentenza è che il metano porti fuori dal mercato il carbone, cioè consenta a “decarbonizzare l’economia”, lo stesso “sistema gas” avrà bisogno di una profonda evoluzione nella distribuzione. Il problema delle perdite di rete è infatti la questione da risolvere con la massima priorità.

Economia circolare: il futuro in Italia?

Ecco dunque che, la centralità del gas naturale come mezzo fondamentale del passaggio dai combustibili fossili alle rinnovabili lungo le linee di un nuovo mix energetico appare per la maggior parte dei casi un’azione di marketing “strategico” che giustifica le ingenti risorse necessarie per ottenere un mix di infrastrutture sui territori. Il passaggio dalle fonti fossili alle rinnovabili può e deve accadere grazie ad uno sforzo di ragionamento in termini sistemici a cominciare da peculiarità e risorse che ogni territorio possiede.

Oltretutto, promuovere l’impiego del metano, che l’Italia è costretta ad importare, laddove ci sono altre fonti rinnovabili più importanti sul territorio, diventa un’azione contraria rispetto alla volontà del Governo di consentire l’economia circolare e la transizione energetica che vada incontro ad un’economia a basse emissioni con una produzione e distribuzione del reddito sul territorio.

Al nuovo Governo l’onere di mettere in atto una politica energetica che consenta di fatto in prima battuta le risorse disponibili sul territorio, a cominciare dall’inestimabile patrimonio boschivo.