E’ iniziata la Quarta rivoluzione industriale: i robot faranno perdere 5 mln di posti di lavoro

Quarta rivoluzione industriale

Ecco perchè la quarta rivoluzione industriale avrà un impatto fortemente negativo sui dati dell’occupazione in Europa.

L’hanno già battezzata la quarta rivoluzione industriale. Uno scenario ipotetico solo alcuni anni fa e che già nei prossimi anni sarà pronto a materializzarsi con i nuovi robot che sostituiranno la manodopera in determinate mansioni professionali. Uno scenario nefasto e nebuloso che potrebbe ridurre ancora di più le prospettive di lavoro per tanti giovani non solo italiani ma in tutta Europa.

Una sorta di industria 4.0 che trasformerà radicalmente il mondo del lavoro grazie all’apporto tecnologico di manodopera robotizzata in grado di sostituire determinate categorie di lavori che ben presto si troveranno a spasso senza prospettive. La quarta rivoluzione industriale è già sulla rampa di lancio nei paesi maggiormente industrializzati, che per quanto minimizzino l’impatto occupazionale, in realtà stanno già meditando di conseguire un risparmio consistente in termini di riduzione del personale.

In merito all’impatto della robotizzazione nel mondo del lavoro è sorta una diatriba tra il Centro europeo per la formazione professionale e gli economisti dell’Oxford Martin School. Due soggetti che dipingono scenari totalmente antitetici. Il primo è più roseo per le prospettive occupazionali con la previsione di un aumento del 3% dei posti di lavoro in Europa entro il 2025, mentre i professori di Oxford prevedono scenari apocalittici come la perdita del 47% dei lavoratori obsoleti sostituiti dai nuovi robot. Una disoccupazione di massa che potrebbe coinvolgere milioni di persone.

Una tesi suffragata anche da Future Jobs, che al World Economic Forum ha previsto una perdita di oltre 7 milioni di posti di lavoro nei prossimi anni a causa dell’automatizzazione di centinaia di figure professionali, mentre sarà solo di due milioni di posti di lavoro in più l’impatto della quarta rivoluzione industriale. Un saldo in negativo di circa 5 milioni di posti, un dato straordinariamente allarmante.