Cuneo fiscale in discesa strutturale negli ultimi tre anni secondo la Cgia di Mestre

Oppressione fiscale sulle imprese in aumento, Rapporto Cgia di Mestre
Oppressione fiscale sulle imprese in aumento, Rapporto Cgia di Mestre

In Italia il peso, a carico delle imprese, delle imposte e dei contributi previdenziali sul lavoro, negli ultimi tre anni ha fatto registrare un’incoraggiante discesa. A rilevarlo è stata la Cgia di Mestre nel precisare, in accordo con un’elaborazione del proprio Ufficio Studi, che la discesa strutturale negli ultimi tre anni è stata in controvalore pari a 13,3 miliardi di euro. Due, in particolare, sono stati i fattori che hanno favorito la riduzione del cuneo fiscale: il bonus in busta paga, pari ad 80 euro mensili, a favore dei lavoratori dipendenti, e l’eliminazione dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) dal costo del lavoro per i dipendenti occupati in azienda con un contratto a tempo indeterminato.

L’Associazione degli artigiani mestrina mette inoltre in evidenza come il taglio del cuneo fiscale aumenti di altri 15 miliardi di euro se si considerano le misure temporanee che il Governo Renzi ha introdotto concedendo, per il 2015 e per il 2016, gli sgravi contributivi a favore di tutte quelle imprese che, nell’assumere dipendenti, hanno optato a favore dei lavoratori per la stipula di un contratto a tempo indeterminato.

Il Rapporto della Cgia di Mestre arriva peraltro in una fase come quella attuale in cui è la Commissione europea a chiedere che in Italia il cuneo fiscale venga ulteriormente ridotto considerando che il calo è ancora insufficiente. Pur tuttavia secondo l’Associazione degli artigiani sarebbe sbagliato abbassare il cuneo fiscale facendo a cambio con l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva).

Al riguardo, infatti, secondo Paolo Zabeo, che è il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, per appesantire le buste paga dei lavoratori si può agire dal lato dell’aumento della produttività che nel nostro Paese rimane ancora su livelli bassi. Per raggiungere tale obiettivo servirebbe puntare sull’innovazione su larga scala, sulla ricerca e sull’adozione da parte delle imprese di processi produttivi più moderni affinché in questo modo, ha altresì messo in risalto Paolo Zabeo, gli stipendi pagati ai lavoratori possano essere più elevati.