Cambio euro dollaro, sarà parità con il biglietto verde?

Cambio euro dollaro, sarà parità con il biglietto verde
Cambio euro dollaro, sarà parità con il biglietto verde

Attualmente sul mercato Forex il cambio euro dollaro si attesta appena sotto la quota di 1,09 con il biglietto verde che sembra puntare per le prossime settimane alla parità con la moneta unica. Dall’agosto scorso, quando il cross valeva 1,13, infatti, la moneta unica ha progressivamente perso posizioni disegnando peraltro un quadro negativo anche dal punto di vista dell’analisi tecnica. Ad incidere sulla debolezza dell’euro, in particolare, continua ad essere la crescita dell’economia nell’Eurozona con il freno a mano unitamente alla politica monetaria accomodante da parte della Banca centrale europea (Bce) guidata da Mario Draghi.

Proprio nella giornata di ieri, dopo che la Bce ancora una volta ha lasciato i tassi invariati, il Presidente Draghi ha confermato il fatto che la Banca centrale europea continuerà con il quantitative easing almeno fino al prossimo mese di marzo 2017, e che eventualmente, se necessario, potrà proseguire anche oltre con il chiaro obiettivo di sostenere l’economia, agevolare il rafforzamento della crescita del prodotto interno lordo nel Vecchio Continente, e riportare l’inflazione media nell’Eurozona sul valore target del 2%.

Di conseguenza, con il rischio di interruzione della ripresa economica nell’Eurozona, e con il costo del denaro ai minimi storici, è inevitabile che sia l’euro a farne le spese nei confronti di una valuta forte come il dollaro. E questo anche perchè negli Stati Uniti, invece, la crescita del PIL è decisamente più robusta così come gli investitori sul Forex al momento sul biglietto verde non sembrano temere quello che potrà essere l’esito delle elezioni per la corsa alla Casa Bianca.

I trader che su Euro Dollaro sono short, inoltre, fondano le proprie strategie anche sul fatto che il divario tra Europa ed Usa non è legato solo alla crescita del PIL, ma anche alla dinamica dei prezzi. E questo perché al momento le aspettative di inflazione negli States risultano essere più alte di quelle per il Vecchio Continente.