Bitcoin, Ethereum e le altre criptovalute: crollo dalla Cina con furore

Criptovalute: Bitcoin riaccende gli entusiasmi, ma meglio essere cauti
Criptovalute: Bitcoin riaccende gli entusiasmi, ma meglio essere cauti

Quella di ieri, martedì 16 gennaio del 2018, è stata una giornata a dir poco difficile per le criptovalute. Le quotazioni del Bitcoin, sui principali exchange, infatti, hanno fatto registrare ribassi a due cifre fino ad un minimo in area 11 mila contro il dollaro americano, ovverosia con prezzi quasi dimezzati rispetto ai massimi a ridosso di area 20 mila, contro il biglietto verde, registrati nella prima decade del mese di dicembre del 2017.

Crollo dei prezzi delle criptovalute, tutta colpa della Cina?

Ad innescare il crollo dei prezzi delle criptovalute, a partire dal Bitcoin ed a ruota di Ripple, Ethereum, Cardano, Litecoin, Bitcoin Cash e tante altre, è stata la notizia relativa ad un possibile stop al trading in Cina. In pratica il Governo di Pechino potrebbe mettere al bando il trading in criptovalute allo stesso modo di come intende fare pure la Corea del Sud.

Sebbene quello di ieri per le criptovalute non sia il primo corposo crollo dei prezzi, è chiaro che è scattato tra i trader un campanello d’allarme legato proprio alle decisioni delle autorità di ogni singolo Paese del mondo sull’utilizzo delle monete virtuali per i pagamenti ed anche per fare trading online.

I Paesi asiatici al traino del commercio di Bitcoin

D’altronde sono proprio quelli asiatici, a partire dalla Cina, i Paesi dove su scala globale si registra giornalmente il maggior commercio di criptovaluta. E chiaramente il possibile ban alle monete virtuali di Paesi come Cina e Corea del Sud andrebbero a generare un forte mutamento dello scenario proprio a seguito dell’entrata in vigore di regolamentazioni che sarebbero a dir poco restrittive.